UNA STORIA BELLA LI’

di GIOVANNI ROSSARI

 

Una storia bella lì ha inizio a Pescantina domenica 3 settembre.

Appena terminata la gara di discesa sul fiume Adige, che ci ha permesso di vincere il titolo italiano di DISCESA SPRINT specialità C2, io e il mio socio Zamariola (ZAMA) decidiamo che è giunto il momento di provare ad alzare l’asticella. Così invece di girare la macchina verso il novarese, la giriamo verso il vicentino e precisamente Valstagna. In questo weekend sono in programma i campionati italiani di slalom e quale migliore occasione per alzare di botto l’asticella. Ma il campo slalom di Valstagna è ostico: salti, buchi, sempre una gran corrente, secondo solo a pochi in italia.

Decidiamo per una full immersion. Iniziano dei giorni da monaci tibetani. Ci alziamo presto al mattino, colazione e andiamo in campo slalom. Pranzo, riposino poi di nuovo in acqua e alla sera siamo distrutti; cena e a dormire,  rigorosamente banditi alcolici e super alcolici (nella patria della grappa).

I primi giorni sono stati duri, qualche bagno, parolacce dal mio socio, le più usate erano: “giuan le pance, le panceeee, con questa corrente ci ribaltiamo in mezzo secondo”. Inoltre dopo qualche ora in ginocchio in c2 i dolori alle caviglie e alle ginocchia diventano insopportabili.

Poi i giorni passano, i bagni finiscono, le parolacce anche (si sarà stufato?) rimangono solo i dolori, ma a quelli ci si abitua.

Arriva il giovedì ultimo giorno per potersi iscrivere e decidiamo di farlo !!!!!!! Come dicono da queste parti: chi non risiga non rosiga.

Nel frattempo cerchiamo informazioni con i tecnici del canoa club Valstagna, indiscrezioni sulla difficoltà del percorso, ma nessuno si sbilancia. Però i più informati ci dicono che sarà una gara di campionato italiano master, ma anche categoria ragazzi  e per quest’ultimi vale come selezione nazionale “giovani promesse”. La cosa comincia a preoccuparci, già è difficile il canale se poi ti angolano tanto le porte è la fine.

Sabato mattina giorno della gara scendiamo presto e quello che vediamo ci fà letteralmente cadere le pagaie dalle mani. Non solo è difficile, è molto di più !! Porte angolatissime e sui tre salti con buco, di cui uno ti tiene, piazzano porte in risalita. Ci abbattiamo e alle nostre rimostranze per la troppa difficoltà, sorridono e dicono solamente che se non ce la sentiamo, di non partire. L’idea è di mollare tutto, ma abbiamo pagato l’iscrizione e ci siamo fatto un mazzo per tanti giorni. L’unica nota positiva della mattinata è che siamo gli unici partenti nella nostra categoria (C2 over 60). Perciò l’imperativo è  arrivare al traguardo.

Decidiamo per il male minore, saltare deliberatamente le 4 porte più difficili. Nel frattempo dalle 9 alle 10 il mio socio mi massacra ancora nella rapida che c’è prima del campo slalom molto ondosa. Ripetiamo fino alla nausea traghetti con pance  ed entrate in corrente.

Quando tocca a noi partire è un vero disastro, saltiamo le porte che abbiamo deciso di non fare, ma sono troppo frenetico, sbaglio tanto e dimentico tutto ciò che ho imparato e alla fine è una tragedia. Saltiamo sette porte su 21, le penalizzazioni sono superiori del 20% del totale, perciò niente titolo. Meno male, mi sarei vergognato a ritirare il titolo dopo una prova del genere, però il regolamento dice ” al meglio delle due prove”.

Cambiamo strategia, non più canoisti conigli, ma decidiamo di fare tutto il percorso, buchi e angoli compresi. Meglio andare a bagno e non vincere niente, piuttosto che fare la figura di prima. Studiamo nuove traiettorie più rotonde e come fare al meglio la porta numero 10, la più difficoltosa in risalita nel buco più grande .

Partiamo per la seconda prova e tutto viene più naturale, senza frenesia le porte le facciamo bene, la numero 10 alla grande, esco dai paletti con la punta verso il buco ma con una pancia da manuale. La barca  gira da sola, segue la corrente e la preparo per le porte seguenti.  Alla fine del percorso ne abbiamo  ” bollettato” un paio, (non è che siamo diventati fenomeni dalla prima prova alla seconda) ma siamo soddisfatti. Ora non ci vergogniamo più ad andare a ritirare la medaglia, la nostra porca figura l’abbiamo fatta.

Due titoli italiani in due specialità diverse in 7 giorni , bella liiiiiiiii.