“Da Bereguardo al Po”

IL RACCONTO

di Giorgio Mittini

7 maggio 2017

Che la giornata dovesse essere un po’ così, l’ho capito alle 7,48 di domenica mattina quando sento squillare il cellulare e vedo sul monitor “Manuela”. Brutto presentimento. La Manu, infatti, tutta costernata mi dice che non ha dormito per il male alla spalla e non se la sente di buttarsi per 30 km. In effetti non la incoraggio: per trovare un ponte dopo Bereguardo e, quindi, potersi fermare, bisogna arrivare a Pavia, “pedalando” per 20 km. Dopo il forfait di Nicholas, la spalla miete dunque una seconda vittima fra i curiosi.

Alle 9,30 appuntamento a Vigevano, dove trovo Gianni (Giuan) e due ospiti non soci, entrambi del varesotto: Giuseppe (nostro socio nel 2015) e Valerio che ha letto sul nostro sito il programma curioso e adesso vuole farsi socio.

Nel frattempo era appena giunto un sms da Karim che avvisava di aver lasciato casa sua con Luca e Lorenzo, da qualche minuto… Ma come? Così tardi?? Arriva però una telefonata del Pota: con questa discesa non ha particolari connessioni , ma, si sa, lui è l’eminenza grigia del club, immanente su tutto e tutti. Ci augura buona discesa e ci avvisa che… Luca Agnelli, ritenendo forse che il ritardo non fosse sufficiente, è pure entrato al Centro Commerciale!!! Pare che consideri i ritardi di Sandro Minera roba da dilettanti e lo voglia surclassare… La previsione è dunque di tre quarti d’ora/un’ora di ritardo!!!Che si fa? Rapido consulto fra i presenti e, al telefono, con Karim e decidiamo di partire.

Arriviamo a Bereguardo in quattro con quattro macchine, ci cambiamo e partiamo per il ponte della Becca (confluenza Ticino- Po) con tre auto per predisporre il recupero: per fortuna i gavoni stagni delle canoe permetteranno ai ritardatari di stivare la roba asciutta …

Torniamo a Bereguardo avendo nel frattempo assoldato anche Claudia, la figlia del socio campione d’Italia con Gianni, che scenderà sulla canadese con Gianni stesso. Finalmente, ci ricongiungiamo con la retroguardia.

Alle 12 si parte in otto.

Alle 12,02 comincia a piovere… Ma come? Non era previsto nuvoloso fino a mezzogiorno e poi sole? In ogni caso siamo in acqua e, ovviamente, si va e si pagaia di gran lena perché il clima stimola a muovere i muscoli. Alla fine, detto per inciso, avremo pagaiato, con un pochino di corrente a favore all’inizio del tratto, alla media di circa 10,5 km/h. Davvero una buona media!

Fino a Pavia il Ticino è sempre lui: bello, intenso, a volte selvaggio, con un tratto di sponda molto molto alta, davvero particolare.

Alle 14 apprezziamo la location usuale dei barboni: sotto al primo ponte, quello della tangenziale di Pavia, ci fermiamo a mangiare. Tira un vento teso e gelato sulle nostre umidità. L’unico che non è umido è Karim, perché è assolutamente fradicio, non avendo la giacca d’acqua. Potrei dire che è bagnato come un pulcino se non fosse che associare un pulcino a Karim è come prendere un cazzotto nello stomaco… Mangiamo in piedi e in venti minuti perché fa troppo freddo e Karim sta per svenire: fatto un rapido censimento appuriamo che nessuno sarebbe disponibile a fargli la respirazione bocca a bocca. Dunque ripartiamo subito, senza tregua, con ritmo ancora maggiore per scaldarsi.

Il passaggio sotto il Ponte Vecchio di Pavia è davvero suggestivo, ma da lì in poi il vento si fa impetuoso e assolutamente contrario alla nostra direzione, sferzandoci il volto con la pioggia che continua a cadere abbondante.

Gli ultimi 10 km sono piatti, ma con una bella campagna. Arriviamo alla confluenza col Po e andiamo a bagnare le nostre canoe nelle sue acque marroni (quant’è bello il Ticino).

Smette di piovere tre minuti prima dello sbarco (e dopo mezz’ora il sole sarà pieno…).

Ma, come già noto, non è finita. Gianni pensa di portare l’auto fin sul greto, per recuperare senza sforzo la canadese, ma le sabbie mobili, che albergano abbondanti da quelle parti, non sono d’accordo con lui e la povera Mokka affonda fino al pianale. Il sottoscritto, Karim, Giuseppe e Valerio, finalmente fanno un po’ di esercizio fisico dopo una giornata di inedia e l’asfalto è presto recuperato.

Ci togliamo i vestiti zuppi, mettiamo ben sei canoe ed una canadese su due auto e torniamo a Bereguardo. Sulla mia macchina Karim, Luca e Lorenzo non dicono letteralmente una parola: saranno pieni d’immenso oppure distrutti?

Qualora qualcuno osasse pensare, data la sequenza degli eventi, che l’uscita non sia andata troppo bene si sbaglia di grosso: per quelli del CCN ogni giornata con le terga a mollo e non appoggiate sul divano è una giornata in più di vita!

Alla prossima!